Sigerico, durante il suo viaggio di ritorno, quello
documentato, avrà fatto una capatina al mare?
Può essere, visto che Luni è stato per tanto tempo porto
fiorente. Ma non ricordo con precisione quando iniziò la sua decadenza e non
ricordo se, all’epoca di Sigerico, il porto fosse ancora attivo.
C’è la leggenda dei vescovi di Lucca e di Luni che
abbordarono la nave inavvicinabile su cui furono poi ritrovati la Croce Lignea
del Volto Santo e l’Ampolla col Sangue di Nostro Signore…è vero…ma non ricordo
a che epoca risale la leggenda che racconta i fatti.
Comunque sia, Sigerico o non Sigerico quest’oggi, la nostra
tappa da Pietrasanta ad Avenza, noi la facciamo passare dal mare.
Poche balle!
Poche balle!
Prima di partire, e ancora l’anno scorso avevo confrontato
il tracciato ministeriale con il tracciato proposto da Cammina Cammina, e senza
ombra di dubbio avevo trovato più agevole il secondo.
Sicuramente meno bello, sicuramente meno naturalistico,
storicamente meno attendibile (non ne sono sicuro) ma sicuramente più lineare e
scorrevole.
Spesso il pellegrino ha l’esigenza di far chilometri a bassa
fatica, tanta gente viaggia con zaini di dimensione e pesi biblici (per
autopunirsi?) senza pensare che la strada è tanta e quello che è realmente
utile è veramente poco. Ad esempio, perché non utilizzare i servizi pubblici e
spedirsi materiale qualche tappa avanti?
E’ comunque vero che dopo tanti chilometri, spesso in
solitudine, la fatica si fa sentire davvero e c’è la necessità di limitare al
massimo lo sforzo, anche a costo di veder qualcosa in meno.
A diminuire la fatica, aiuta molto anche il contatto con la
civiltà. Il poter contare su un bar, su un autobus che passa, anche un
supermercato può essere di conforto per il pellegrino stanco.
A noi non interessa più di tanto…siamo due pazzi in viaggio
di nozze…ma proprio per questo oggi ci concediamo la gita al mare.
Ho promesso alla mia futura sposa di portarla al mare….e le
promesse vanno mantenute.!!
Alla facciaccia di Sigerico, SIREVA e AEVF.
Quella che si presenta ai pellegrini in viaggio di nozze,
completi di bordone VilFred, non è certo la giornata ideale per andare in
spiaggia.
Il sereno di ieri pomeriggio non era altro che l’intervallo
tra una perturbazione e l’altra.
Va bene che siamo Pe_allegrini ….ma la taca a fiachear!!
Non c’è niente da fare…piove e basta, si va via veloci come
ieri mattina…sperando che smetta un po’. La tappa non è lunga, il percorso che
abbiamo scelto è quasi completamente asfaltato….assetto leggero e via.
Ah! Siamo messi mica male! Va bene dare nome e cognome e
parlare con il bordone…ora parliamo anche con il camper come si fa con i
bambini…fai il bravo, stai attento, non ti muovere…e così via.
La prima parte di percorso è micidiale, lungo la statale,
con le macchine che sfrecciano all’ora dell’ufficio, la strada piena d’acqua, e
noi ce la prendiamo tutta, quella che cade dal cielo e quella che ci spruzzano
le macchine…gli ombrelli svolazzano di qua e di la sballottati dalle folate di
vento provocate dalle auto.
In verità il percorso ufficiale passa un po’ più fuori mano,
almeno per un pezzo, ma si va su un argine…con erba alta…basta acqua!!
Acceleriamo il passo fino a che non siamo fuori pericolo.
Non è lunghissimo il tratto pericoloso…ma non lo si finisce
più.
Quando prendiamo il piccolo viottolo
che porta poi all’antico ponticello (romano?) a Vallecchia ci rilassiamo un po’ cominciamo con il nostro solito chiacchiericcio, canzoni da coro, pettegolezzi vari ecc.
che porta poi all’antico ponticello (romano?) a Vallecchia ci rilassiamo un po’ cominciamo con il nostro solito chiacchiericcio, canzoni da coro, pettegolezzi vari ecc.
E piove, piove, piove sul nostro amor , cantava Modugno
Domenico negli anni 60…e piove piove piove davvero e non ha intenzione di
smettere.
A Strettoia si comincia la lunga salita verso il castello
Aghinolfi di Montignoso.
Le colline sopra di noi sono avvolte da affettuose nubi che
le circondano vaporose come sciarpe di soffice lana .
Siamo in zona di Linea Gotica.
Su una lapide ai bordi della strada un lungo elenco di caduti muove la commozione. Una preghiera per tutte le vittime della guerra, di questa e di tutte le altre, è doverosa.
Su una lapide ai bordi della strada un lungo elenco di caduti muove la commozione. Una preghiera per tutte le vittime della guerra, di questa e di tutte le altre, è doverosa.
Riprendiamo il nostro ormai collaudato passo da pioggia.
Rigorosamente sopra i 5km/h.
I fratelli Damilano, promulgatori del Fitwalking sarebbero fieri di noi.
Già perché tra le altre cose l’anno scorso abbiamo anche
preso il brevetto da istruttori di Fitwalking. Ne andiamo fieri.
Per la verità il nostro stile FitWalking, non è proprio
perfetto…ma mettetevi nei nostri panni, anzi nelle nostre mantelle!!! Per di
più con ombrello (l’ombrellino del pellegrino…che mi piace molto), VilFred (che
avendo una gamba sola, non è autosufficente nella deambulazione) , e Pino (per
sicurezza in caso di vuoto di memoria) per le mani.
Ho poi un curioso cappello che mi da un aria da Crocodile
man… fuori zona…
(poi non ho il coltellaccio al seguito, bensì l’officina
portatile….pinze, cacciavite, forbice, coltello e cavatappi ecc il tutto in un
unico attrezzo multifunzione…un’officina portatile per l’appunto)
Castello Aghinolfi ci appare tutto d’un tratto fra la
nebbia.
L’imponente costruzione domina la valle con superbia . L’abbiamo già visitato più volte, ma resta sempre una visione affascinate.
L’imponente costruzione domina la valle con superbia . L’abbiamo già visitato più volte, ma resta sempre una visione affascinate.
Per evitare un lungo tratto di strada scendiamo lungo un
ripido sentierino nel bosco. Il tracciato ufficiale passa di qui, ma è
possibile anche percorrere la strada asfaltata, c’è poca differenza di tempo.
Il mare è la in fondo…non
lontano. Il cielo grigio si immerge nell’acqua, grigia anch’essa,
fondendosi in unica entità apparentemente indivisibile.
Non si riesce a vedere dove finisce l’uno e comincia
l’altro, acqua e cielo avvinghiati e abbracciati, stretti in perfetta commistione
d’intenti: rilasciare acqua…
Ci stanno riuscendo benissimo.
Sembra che il cielo assorba l’acqua del mare per poi scaricarla
sopra i pe_allegrini…
Scendendo dal Castello Aghinolfi incrociamo tre pellegrini
in rapida successione. Tutti rigorosamente stranieri. La stagione inclemente
non concede un gran che alle chiacchiere.
I primi due sono sicuramente tedeschi, marito e moglie, ma
si vede chiaramente che non hanno
voglia di fermarsi e accennano solo ad un fugace saluto
(sicuramente stavano stramaledicendo la “terra do sole”…. “o sole mio”…dove
sta?), il terzo personaggio è un ragazzo giovane, svizzero se non ricordo male,
che viaggiava ad una velocità incredibile.
Un pò in inglese, un po’ in italiano, ci scambiamo qualche
parola, e poi lo vediamo ripartire col suo passo velocissimo, in un attimo
scompare dietro la curva…..
che sia un ispettore AEVF anche lui?
che sia un ispettore AEVF anche lui?
Non penso, era semplicemente uno che andava forte e voleva far tanta strada….ma quanto
andava!!
Più giù, una volta arrivati in piano mi giro a cercare le
cime delle Alpi Apuane….cerco con lo sguardo le stupende montagne che l’uomo ha
sfregiato in maniera violenta alla ricerca del prezioso marmo bianco.
Le nuvole mi nascondono la visione.
Mi basta immaginarle, là dietro, maestose ed orgogliose.
Di quelle cime ne ho risalite parecchie, il Pisanino, Grondilice, le Panie, la
Tambura, il Contrario e il Cavallo, la cresta del Garnerone, il Corchia il Forato,
il Procinto, Pizzo d'Uccello, Penna di Sumbra…..che meraviglia!!! Che salite stupende!! E sono proprio li dietro
a pochi chilometri. In pochissimi chilometri si passa dal mare all’alta
montagna.
Il Pisanino è la cima più alta delle Alpi Apuane e sfiora i
2000 metri, ma ha tutte le caratteristiche e le difficoltà dell’alta montagna.
Mario (il presidente della nostra sottosezione CAI, grande
conoscitore di montagne) le definisce “le grandi montagne di bassa quota”, ed
ha ragione.
Intanto per salirle, in genere, è necessario superare dislivelli
notevoli, spesso in ambienti senza vegetazione, e senza acqua. Per salire la
Tambura da Resceto, seguendo per buona parte del percorso l’antica Via Vandelli
(che bella storia anche quella!!) bisogna coprire un dislivello di circa 1400
metri….così come risalire sulla Pania della Croce partendo da Pruno, e così
via…
L’ispettore AEVF, lo troviamo sulla porta del bar del
piccolo centro tennis/bocciodromo, che si trova all’inizio di un corto
sentierino che ci porta poi in Via Fonda in Massa…
Non ci aspettavamo un ispettore qui!!!
Siamo fuori sentiero ufficiale…è vero che di qui passiamo
con Cammina Cammina…
Questo signore, quando ci vede arrivare, si sbraccia in
saluti e si precipita da noi a far due chiacchiere. Che la gente di qui sia
estroversa lo sapevamo…ma così tanto?
Ci chiede di dove siamo, dove andiamo, e non ci chiede
perché passiamo di li….è tutto fuori percorso ufficiale…
Poi saputo che siamo di Salsomaggiore, si mette a parlare di
aerei, di libri, di trasmissioni radio, di manifestazioni in Salsomaggiore…una
festa che non ti dico.
Noi che si veniva dal parlare tra noi, così, descrivendo le
tante ascensioni in Apuane, si resta un po’ storditi da tanta chiacchiera
amichevole. Non capiamo nemmeno dove voglia andare a parare.
Gli diamo corda volentieri, intanto che tiriamo il fiato,
magari ci offre anche un caffè caldo…ne avremmo anche bisogno. Niente caffè
solo molte chiacchiere, e ci parla dei libri che ha scritto. Pazienza. Ma è un
tipo simpatico e alla fine ci facciamo anche delle sane risate.
Ci salutiamo dandoci appuntamento alla prossima
manifestazione di marconisti aeronautici a Salsomaggiore (ma la faranno
ancora?)
Quattro passi ancora
e arriviamo al ponte sul Frigido. A
pochi passi c’è la stupenda Pieve di San Leonardo al Frigido.
Tutte le volte che siamo passati di qui avevamo fretta e non
ci siamo fermati…
Oggi siamo in anticipo sulla tabella di marcia….direi molto
in anticipo…e quindi ci fermiamo.
Purtroppo non si può entrare…ma la chiesetta romanica è
veramente bella.
Spicca, su un muro vicino alla chiesa una lapide dedicata
alla lotta partigiana….una medaglia d’oro alla provincia Apuana….che bello, “la
provincia Apuana”. Questa terra ha sacrificato molte vite nella lotta
partigiana, la linea gotica passava qui sopra, e non sono stati dei bei momenti
per questa gente.
Ma qui sono cavatori, sono gente tosta, ma tosta davvero, e
innamorati della propria terra e delle proprie tradizioni, e della propria
libertà.
Mi raccontavano a Cardoso, che tanta gente ha risistemato il
“metato” di famiglia, e d’estate ci va a passare le ferie. Mi spiego meglio.
Il metato è una costruzione caratteristica della zona e
serviva per l’essicazione delle castagne.
Quindi la gente dei paesi bassi, ha risistemato i metati uso
abitazione e d’estate ci va a passare le ferie….a pochi chilometri da casa…500
metri di quota sopra….
Come se, io che abito in via Milano a Salsomaggiore, andassi
a fare le ferie al valico di S.Antonio, tra Salso e Pellegrino….
Gente così!!! Legatissima alle proprie terre e tradizioni.
Una volta, in gita Apea verso il Picco delle Saette, ci
fermammo ad una casa chiamata “la Noce” per via di una vecchissima e gigantesca
noce che ombreggiava la casa ed il cortile.
Ci fermammo a chiedere un goccio d’acqua al padrone…ormai
molto anziano. Tra le altre cose che ci raccontò che era
adiratissimo con la figlia che si era
maritata con un “garfagnino” (uno della garfagnana ….a pochi chilometri da
li…anzi appena di la dal monte). Ma sentire il tono con cui pronunciava la
parola “garfagnino”!!!
E’ presto, prestissimo, se continuiamo così ad Avenza ci
siamo all’una…troppo presto. Il sig. Pietro ci aspetta per le 16…
Visto che è presto ci fermiamo su una panchina e consumiamo
il pasto del pellegrino.
E con lo sguardo del pellegrino in ferie (questa è
gratuita…mi è venuta così), sbocconcellando parmigiano e crackers, spettegoliamo
sui passanti.
Diciamo che l’ora è quella della pausa pranzo (per chi va a
lavorare…ma oggi non è sabato?) e tanta gente esce per fare due passi, una
corsetta, portare il cane a fare pipì….e tanti chiacchierano fra di loro….e noi
ascoltiamo le loro chiacchiere e i loro pettegolezzi e a nostra volta
spettegoliamo su di loro….
Dura la vita del pellegrino!!!
Quella del Pe_allegrino
no! Divertente direi…
Un’ultima volata e siamo al mare….
“Visto, sposa mia che ti ho portato al mare?”
Facciamo qualche foto sul lungo mare. Nonostante il tempo
inclemente respiriamo a pieni polmoni l’aria satura di salsedine.
Le onde che, schiumanti, si schiantano sulla battigia
liberano benefiche sostanze che noi inaliamo volentieri.
VilFred si guarda attorno stupito e attonito. Non aveva mai visto il mare….non dice nulla, ma si adegua e anche lui respira profondamente assorbendo i benefici flussi iodati.
Quando ero bambino, a casa mia, la parola ferie era un
vocabolo privo di significato.
Bisognava lavorare, e lavorare sodo per sbarcare il lunario.
La macchina….c’era la bicicletta, tanto lo zuccherificio (dove lavorava il mio babbo) era
appena fuori paese.
Quando si andava al mare era perché i bambini ne avevano
bisogno.
Andare al mare... cioè venire qui in Versilia (una mia zia
aveva una pensione al lido di Camaiore…pensione Montecarlo), era una avventura
epica, un viaggio epocale.
Cinquecento giardiniera (ora sono station Wagon…allora
però…) carica e stracarica, all’attacco dei tornanti di Piantonia e poi verso
il passo della Cisa, quando ancora non c’era l’A15.
Già la nostra mezzo litro non era un fulmine, ma sui
tornanti c’erano i camions, belli in fila che andavano su ai 20-30 all’ora. E
con che cosa sorpassi…con la 500?
Si faceva prima a sorpassare in bicicletta.
E così il viaggio che adesso si fa in un’ora e mezzo,
diventava una trasferta epica, robe da Far West, ci mancavano solo gli indiani
con le frecce.
E le ferie il babbo le prendeva solo per portare noi bambini
al mare, e poi per tornare a riprenderci.
Quando andava bene si fermava un giorno o due, giusto per
far raffreddare il motore della 500.
Cielo grigio su, sabbia grigia giù, acqua grigia appena
li…………beata California!!!
Nemmeno oggi si riesce a bagnare i piedi nell’acqua!, siamo
in spiaggia, vestiti da montagna, col Windstopper.
Non che ci sia freddissimo, ma non è il caso di bagnarsi
ancora…ci stiamo asciugando proprio ora .
Non è la prima volta che vado in spiaggia tappato da
montagna; qualche anno fa con gli amici storici di “quelli che…la montagna”
eravamo partiti per un’escursione con piccozza e ramponi nel gruppo del monte
Maggiorasca nell’Appennino piacentino/ligure/parmigiano. Al passo del Tomarlo
tirava una bufera che si faceva fatica a stare in piedi. Fuori della macchina
era una cosa incredibile, una tormenta polare . Abbiamo optato allora per una
escursione mare/monti.
Va e va e va...alla
fine siamo approdati a Sestri Levante. E siamo finiti in spiaggia
…completi di abbigliamento da alta montagna, scarponi di plastica per i freddi
polari, giacche a vento...e così via.
Piccozza e ramponi abbiamo avuto la bontà e il pudore di
lasciarli in macchina.
Così combinati, visto che ormai era mezzogiorno siamo finiti al ristorante a mangiar pesce…e che buono!!
Poi giro turistico per Sestri…e piccola camminata digestiva
prima del rientro.
Così noi oggi, vestiti da escursione in montagna….a pestar
sabbia….
Ma la soddisfazione di aver fatto vedere il mare a VilFred è
impagabile.
E ce ne andiamo ridendo…tutti e tre.
E’ presto, e abbiamo appuntamento con Pietro fra 2 ore.
Cosa facciamo, visto che, camminando pian piano,
all’indietro, e sulle mani, in un’ora al max siamo ad Avenza?
Facile, intanto che siamo qui a zonzo cerchiamo il campeggio dove andare a
sistemarci per la notte.
Abbiamo bisogno di una sosta in campeggio per effettuare il
carico/scarico delle acque del mezzo e per il carico/scarico dati dal
navigatore via pc. Poi possiamo approfittare della serata tranquilla per una
cenetta a base di pesce….in ristorante (è sabato sera) e alla fine con le
energie residue…spedire qualche info a SIREVA.
Per trovare il campeggio giusto approfittiamo del solito
aiutino da casa. Telefoniamo a Flavio.
Quando chiedi qualche informazione, è rapido e preciso. Non ci
sono storie.
In tempo reale ci relaziona sul campeggio aperto più vicino
al mare e più vicino ad Avenza…
Stupendo.
Andiamo e concordiamo con il gestore. Passeremo più tardi
con il mezzo.
Oggi la processione va…e anche forte, siamo costretti a
disturbare Pietro una bella ora prima del concordato.
Il sig Pietro ormai è un amico. Ci siamo già incontrati diverse
volte accompagnando i pellegrini di Cammina Cammina.
Questa volta facciamo sia da guida che da pellegrini.
Come sempre Pietro è di una gentilezza incredibile.
E’ un uomo di grande vitalità, di grande entusiasmo, si fa
in quattro per la sua terra di cui è innamoratissimo. Ci mostra la chiesa
finalmente completamente restaurata e i capolavori in essa contenuta e ci
omaggia di opuscoli e libri interessantissimi.
Mi fa sorridere la sua cadenza e il suo modo di parlare…che non è
toscano…non riesco a definire la parlata…è…non lo so… Apuana!
Mi ricorda l’amico dott. Antonio…che è di queste parti, e
non vado oltre nelle definizioni di appartenenza perché se sbaglio si
offendono. Qua sono estremamente sensibili, ci sono i carrarini di monte
(cavatori eccezionali) e i carrarini di marina (marinai da sempre), guai ad
accomunarli nella stessa provenienza.
Ma sicuramente non chiamateli mai massesi!!! Per carità !!
Tra Massa e Carrara c’è una rivalità tremenda. Accomunarli
nella medesima provincia è stata una atrocità bestiale. E’ come mettere nella
stessa gabbia un cane e un gatto. Forse peggio.
Parliamo anche con il parroco, don Marino, che è di Aulla, e
ci accordiamo per il parcheggio del mezzo per l’indomani. A dire il vero ci
offre ospitalità anche per la sera, ma noi abbiamo la necessità di compiere
alcune operazioni tecniche col mezzo, e ci dispiace non accettare.
Visto che è presto, vista la grande disponibilità di Pietro, buttiamo il discorso sul tracciato del percorso ministeriale. Gli
chiediamo se ne sa qualcosa, se sa dove passa di preciso, e come mai parecchi
pellegrini si lamentano di questa parte di tracciato.
E’ stato come buttare un fiammifero nella benzina .
Pietro ci da la sua versione
dei fatti e ci spiega i perché e i percome della faccenda.
Riportare qui il tutto è inutilmente lungo.
Il problema sostanziale è che si è cercato di unire il
turista al pellegrino, facendo transitare la VF sulla strada dei colli del vino
di Candia.
Di per se…non c’è niente di male.
Anzi.
Il problema è che l’imbocco del sentiero è presso una casa
abbandonata ed è infrascato e pieno di rovi.
Si passa all’interno di una stupenda vigna …ma che è un
podere privato.
Pietro ci ha portato a percorrere l’intero tracciato (in
auto questa volta, anche perché ha ripreso a piovere copiosamente) . Abbiamo
intervistato i proprietari del podere, i quali non hanno nulla in contrario al
passaggio dei pellegrini….anzi…quando passano si fanno anche due chiacchiere e
penso che offrano volentieri un bicchiere di vino.
Il problemi sono due….o forse anche tre…l’imbocco
difficoltoso, il notevole dislivello (abbastanza gratuito) ma soprattutto più
avanti si trovano indicazioni per la Via Del Volto Santo. Molti pellegrini si
sbagliano, accomunano questa via prevalentemente automobilistica, alla VF e si
perdono regolarmente fra le colline.
Pietro poi ci dice che sarebbe possibile ricavare una
tracciato storicamente più valido, breve e sicuro percorrendo un certo numero
di vie interne e sbucando nei pressi della pieve di S.Leonardo al Frigido.
Grazie alla nostra guida siamo riusciti, dopo diversi
passaggi, a toccare con mano le problematiche reali di questo tratto di VF.
Capiamo anche perché in questa zona non si trova un segnale
ufficiale a dire uno.
Vedremo di riferire a SIREVA tutto quello che abbiamo visto,
faremo le nostre considerazioni poi….speriamo che sistemino la faccenda.
Gentilmente, Pietro, si offre di riportarci fino ad
Pietrasanta, ma, siamo a Massa, nei pressi della stazione ferroviaria….ci
facciamo lasciare li, poi, tra l’altro il nostro Westf , a Pietrasanta, è
proprio nel parcheggio dietro la stazione…quindi…ringraziamo l’amico Pietro e
saltiamo, letteralmente, sul primo treno verso Lucca.
Il viaggio è veramente breve, e in pochi minuti siamo al nostro
fedele mezzo.
Sistemata per bene la nostra roba, riposto VilFred, partiamo
alla volta del campeggio.
Flavio ci aveva consigliato bene, il posto è bene
attrezzato, abbastanza economico, e molto vicino ad Avenza. Oramai è una
consuetudine, prendere un po’ di pioggia…era già qualche ora che si era
asciutti…non vorrei mai che ci si disabituasse, perbacco. Giusto per questo,
intanto che allaccio la corrente elettrica, scarico le acque nere, carico
l’acqua pulita ecc…mi prendo la giusta
dose di pioggia, che interpreto un po’ come un benvenuto del posto ai due
pellegrini. Questa sera, visto che siamo al mare, visto che è sabato, ci
concediamo una cenetta intima….andiamo a mangiare il pesce…
Il campeggio è un po’ fuori paese, il lungo mare è li
vicino, ma il grosso dei ristoranti no, poi è bassissima stagione e molti
locali sono ancora chiusi.
Il cielo grigio, l’aria fredda e una curiosa stanchezza ci
fanno optare per il ristorante attaccato al campeggio.
Noi abbiamo fatto nostra la totale libertà dell’essere completamente
indipendenti, mangiamo quando abbiamo fame, dormiamo quando abbiamo sonno
ecc…le nostre cene sono sempre frugali e nutrienti, ma soprattutto molto
veloci, specie nella realizzazione….quindi i tempi di attesa del ristorante ci
destabilizzano un po’.
Abbiamo una fame notevole e mangeremmo anche i tavoli, poi
un po’ di abbiocco dovuto anche al salto di temperatura fuori/dentro…
La nostra asocialità sta progredendo, mi da fastidio anche
la televisione accesa, proprio li davanti, anche se c’è la partita, per di più
del mio Milan….ma non mi va…preferisco il tranquillo silenzio del Westf.
Tra una portata e l’altra telefoniamo a casa e ci accordiamo
bene con Flavio.
Domani vengono a trovarci i suoi di Flora.
La prossima tappa ci porterà da Avenza ad Aulla. Tappona!!
Vorremmo far fare all’Anna e Flavio il tratto da Sarzana ad
Aulla, che a nostro avviso è veramente molto bello.
Fatti un po’ di conti decidiamo di ritrovarci a Sarzana
verso le 11.
Satolli, usciamo dal ristorante, decisi ad una romantica passeggiata
in riva al mare.
Tra una settimana giusta giusta saremo marito e moglie…e già
a Fiorenzuola…fra una settimana…
Non riesco a capire se una settimana è lunga, è corta…ho
perso completamente la cognizione del tempo.
Siamo completamente avulsi dalla società, dalla vita di
tutti i giorni. I problemi fuori dal nostro camper, fuori dalle nostre scarpe e
dalle nostre mantelle, non esistono.
Teniamo regolarmente i contatti con i nostri cari….ma se
loro stanno bene…stop…finito.
Il mondo non esiste.
Che bella vita!!!
Camminare e basta!
Come Rinaldo.
Rinaldo chi?
Rinaldo e Basta.
Un cantante parmigiano che ha avuto un momento di successo
quando ero ragazzino
Rinaldo e Basta.
C’erano Nico e i Gabbiani, complessi famosi come i Corvi,
L’Equipe 84, i Dik Dik, i Nomadi…
Lui era Rinaldo…e Basta.
Mio babbo, tradizionalista lo chiamava ironicamente Ebasta
come se fosse il cognome.
A me era simpatico, aveva una espressione che ricordava il
mio maestro delle elementari…allora mi era simpatico …e basta.
L’aria fredda ci consiglia una veloce ritirata….per la
passeggiata sulla spiaggia…un’altra volta.
Flora tutta dentro al suo fedele windstopper (mai soldi
furono spesi così bene) propende per una dignitosa ma veloce ritirata dentro il
saccopeloso .
Specifico con decisione, che io volevo fare la passeggiata
al mare…..
Specifico che al mare, la sposa ce l’ho portata….
Che poi non si recrimini che qui…che la…che su…che giù.
Effettivamente la stanchezza si fa sentire….la tappa di
domani è impegnativa…e dentro il saccopeloso si sta veramente bene…